Quando alla fine dell’Ottocento mio nonno Pietro Gentilini, fondatore dell’Azienda, iniziò a sfornare i suoi primi biscotti caldi, probabilmente non aveva idea che quelli, nei secoli successivi, sarebbero diventati i biscotti conosciuti in tutta Italia e nel mondo.
Già allora, col suo grande intuito imprenditoriale, aveva capito che uscire fuori dai confini italiani sarebbe diventata un’importante strategia di sviluppo. Abbiamo infatti notizie e documenti di esportazioni in Francia, Austria e comunque nella vicina Europa, per via ferrata.
Se allora l’export era considerata un’idea pioneristica e visionaria, oggi, grazie ai processi di globalizzazione, l’apertura internazionale è divenuta un veicolo di crescita importante per le piccole e medie imprese, così come per la nostra Azienda.
Sebbene alcune parti del mondo siano ancora per noi terra di conquista, la nostra distribuzione, concentrata su paesi importanti quali l’America, l’Europa e la Cina in primis, ci invia messaggi positivi di crescita.
Per quanto riguarda le nostre linee guida per l’Export siamo molto attenti a favorire la brand awareness, soprattutto attraverso la partecipazione alle principali importanti fiere di settore nel mondo; selezioniamo accuratamente i canali distributivi e le insegne; valorizziamo i prodotti stando attenti a non cadere nella trappola delle guerre di prezzo.
Al di là di sterili numeri, la cosa che più ci soddisfa è il fatto che i nostri biscotti siano molto apprezzati all’estero, riconoscendoci come un brand di altissima qualità. Credibilità che supera tutte le barriere, territoriali e culturali; come dire “ciò che è buono mette tutti d’accordo”.
Credo sia questo il cardine del “Made in Italy”, in generale e nostro in particolare: il saper fare eccellenza ci rende molto desiderati.