Quando si parla di internazionalizzazione, alle grandi associazioni di rappresentanza viene chiesto di tutto.
La piccola impresa con esperienza all’estero chiede servizi: assistenza nel disbrigo di pratiche doganali (per le quali in Unindustria abbiamo creato un apposito sportello), supporto nella registrazione del proprio marchio in altri paesi (e anche per questo il nostro servizio legale ha avviato un numero verde dedicato), consulenza negli adempimenti fiscali.
L’impresa di medio-grande dimensione chiede soprattutto assistenza nei rapporti con le rappresentanze diplomatiche italiane e straniere, ben comprendendo come il far parte di un sistema associativo riconosciuto e riconoscibile sia un biglietto da visita importante nelle relazioni internazionali.
Poi ci sono quelle imprese che – un po’ per scelta strategica, più spesso come in questi anni a causa della crisi del mercato interno – decidono di ‘buttarsi’ nel mondo alla ricerca di nuove opportunità di crescita aziendale o semplicemente di nuovi clienti oltrefrontiera.
In questi casi, la domanda classica che viene rivolta ai professional dell’associazione è: “Voglio espandere il mio business, dove mi consiglia di andare?” La risposta a questa domanda è complessa e dipende non solo dal prodotto o dal servizio ma da una serie di numerosi fattori economici, politici e ambientali.
Fino ad oggi, i mercati più importanti per le imprese del Lazio sono stati l’Europa comunitaria e gli Stati Uniti, ma si sa che la crescita futura avverrà nei BRIC, da approcciare con le dovute cautele.
Una ‘terza via’ che Unindustria suggerisce è quella di puntare anche sui cosiddetti ‘mercati ponte’: ad esempio Turchia, Vietnam, Serbia, Messico che affiancano alle opportunità offerte dai consumi interni, la possibilità di utilizzare questi paesi come basi produttive o distributive verso più allargati contesti geografici.